Lo scorso 30 ottobre 2025 si è tenuto al Centro Studi Americani di Roma un importante confronto promosso da AmCham Italy, che ha messo al centro del dibattito un tema di rilievo globale: l’obesità, definita ormai dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “Globesità”.
In Italia oltre l’11% della popolazione è affetto da obesità, mentre circa un terzo è in sovrappeso. A livello mondiale, secondo The Lancet, oltre un miliardo di persone soffre di obesità. Ma dietro questi numeri ci sono persone reali, con gravi conseguenze sanitarie, tra cui patologie cardiovascolari, diabete, tumori e depressione, e costi economici per il Servizio Sanitario Nazionale che superano i 13 miliardi di euro all’anno.
L’Italia ha fatto una scelta netta, riconoscendo l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante, diventando il primo paese europeo ad adottare una legge all’avanguardia in questo ambito.
La legge italiana sull’obesità, approvata di recente in via definitiva, è politica che serve i cittadini. Questa legge – promossa dal collega Roberto Pella – è stata esaminata in modo approfondito presso la XII Commissione Affari Sociali e Salute della Camera, che ho l’onore di presiedere.
Un percorso parlamentare condotto con metodo rigoroso attraverso audizioni scientifiche, ascolto delle associazioni di pazienti, confronto con Ministero, Regioni e industria, e dialogo tra maggioranza e opposizione, ha portato a una legge che pone la persona al centro della politica sanitaria.
Questa legge rappresenta non solo un grande traguardo nazionale, ma un modello esportabile nel mondo, grazie anche alla nascita della Cardiovascular & Obesity Tackling Alliance (COTA12), la prima alleanza internazionale permanente che riunisce 12 Paesi europei, parlamenti, governi, comunità scientifica, industria e associazioni di pazienti, con l’obiettivo di costruire politiche comuni per la prevenzione e cura dell’obesità in Europa.
La prevenzione resta il fulcro su cui puntare: da investimenti in screening, educazione nutrizionale, attività fisica e sostegno psicologico, fino al contrasto alla pubblicità ingannevole verso i più giovani. Anche nella prossima Legge di Bilancio – pur in un quadro economico complesso che tutti conosciamo – il Governo ha deciso di innalzare il tetto delle risorse destinate alla prevenzione. Quando uno Stato decide di investire così nella salute dei cittadini, non sta facendo nulla di straordinario, ma semplicemente il suo dovere di proteggere chi non ha voce.
L’Italia invia con questa legge un messaggio forte: la salute non è un privilegio, ma un diritto che deve essere difeso e garantito. La sfida alla globesità è vasta e complessa, ma si può vincere solo insieme, con cooperazione internazionale, scienza, politica lungimirante e la partecipazione di tutti gli attori sociali.