Anziché annunciare pseudo-consultazioni, l ministro prenda subito atto che la Sardegna ha già detto ‘no’ al deposito nucleare con un referendum che ha visto il 97% dei cittadini votare contro la pattumiera radioattiva. Ho presentato un’interpellanza al ministro Costa per ribadire questi concetti, imprescindibili. Non esiste nessuna assemblea, comitato tecnico o capannello che abbiano la legittimazione a sovvertire una decisione presa direttamente dal popolo con lo strumento più democratico che esista. Il Governo non può fingere che quel pronunciamento non esista, deve solo riconoscere che l’isola si è già espressa. Si risparmino pure le finte consultazioni in cui andranno a dire magari che il deposito sarà dipinto di verde, che metteranno qualche vaso di fiori intorno e pure la vana promessa di posti di lavoro: è un ‘film’ già visto troppe volte e di cui noi sardi conosciamo bene il triste finale. Ci risparmi anche la costosissima campagna pubblicitaria e gli altri artifici mediatici ideati per blandire l’opinione pubblica perché la Sardegna ha già intrapreso un’altra stradae non accetterà mai decisioni calate dall’alto, neppure sotto la parvenza di una finta consultazione.

Ecco il testo dell’interpellanza.

CAPPELLACCI. — Al Ministro dell’Ambiente — Per sapere – premesso che:

Già nel maggio del 2009 la Regione Autonoma della Sardegna, insieme alle altre, si oppose in sede di Conferenza delle regioni alle disposizioni contenute nella legge n. 99 del 2009 relative alla localizzazione nel territorio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo di materiali e rifiuti radioattivi, ritenendo inaccettabile che in materia di nucleare il Governo assumesse le decisioni semplicemente sentendo le regioni;

La Regione ribadì tale posizione il 27 gennaio 2010, quando la Conferenza delle regioni ha espresso parere negativo, a maggioranza, sullo schema di decreto legislativo recante: “Localizzazione ed esercizio di impianti di produzione elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio, nonché misure compensative e campagne informative”;

La sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 2011 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 “nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all’intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari”;

I sardi hanno democraticamente espresso la netta opposizione sia alle centrali nucleari che ai depositi di scorie con il referendum del 2011, rispondendo “Sì” con percentuali che arrivano al 97,13 per cento al quesito “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”;

Qualsiasi decisione calata dall’alto sarebbe una profanazione della nostra terra, un atto di violenza verso l’autonomia e l’autodeterminazione del popolo sardo,

All’inizio del 2021 la SOGIN ha pubblicato la mappa dei siti che potrebbero essere scelti per la realizzazione del deposito nazionale delle scorie radioattive.

Tale documento include, tra le altre, anche 14 località della Sardegna.

L’8 Gennaio il Ministro dell’Ambiente ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Non è iniziata nessuna costruzione” del deposito nazionale nucleare “proprio perché prima verranno ascoltati i territori”, con “la più grande consultazione pubblica degli ultimi anni: un processo che durerà almeno 44 mesi, circa tre anni e mezzo e che con estrema trasparenza coinvolgerà amministratori, università, associazioni di categoria e tutti i cittadini”.

Per quanto riguarda la Sardegna, tale affermazione non tiene conto che il popolo sardo si è pronunciato tramite una consultazione popolare referendaria, democratica e diretta e non può esistere un pronunciamento più forte della volontà espressa del corpo elettorale.

Il ministro e il Governo non possono non prendere in considerazione e tantomeno sovvertire la volontà di un interno popolo, espressa democraticamente.

Alla luce delle sue stesse considerazioni, il ministro deve limitarsi a riconoscere che la Sardegna ha già opposto un netto diniego alla realizzazione del deposito nell’isola.

Se non ritenga opportuno prendere subito atto della consultazione già avvenuta e del risultato inequivocabilmente contrario alla realizzazione del deposito delle scorie radioattive in Sardegna.

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