“Restituire l’ex carcere di Oristano alla città, il suo futuro deve essere deciso dalla comunità”. Così Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, interviene sul futuro dell’ex carcere di Oristano dopo le nuove indiscrezioni riguardo all’utilizzo da parte del demanio. “L’articolo 14 dello Statuto sardo – ricorda Cappellacci, che a giugno ha presentato un’interrogazione condivisa con i consiglieri comunali di Forza Italia e con il consigliere regionale Emanuele Cera-, che prevede espressamente che: ‘1) la regione, nell’ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo; 2) i beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione; 3) i beni immobili situati nella regione, che non sono di proprietà di alcuno, spettano al patrimonio della regione’. Ricordiamo – evidenzia l’esponente azzurro- che l 31 gennaio 2013, la regione autonoma della Sardegna aveva inviato al Ministero della giustizia una formale richiesta di cessione dell’immobile, chiedendone l’inserimento nell’elenco dei beni che lo Stato avrebbe potuto cedere all’amministrazione regionale; l’8 maggio dello stesso anno, il Ministero della giustizia aveva ordinato al Provveditorato regionale della Sardegna di dare all’Agenzia del demanio informazioni dettagliate sullo stato della procedura per la riconsegna della struttura; l’assessorato degli enti locali, con nota n. 771 del 12 gennaio 2016, ha confermato l’interesse della regione all’acquisizione dell’ex carcere di Oristano e, allo stesso tempo, ha reiterato l’istanza di trasferimento del compendio immobiliare al patrimonio regionale; a ottobre 2020, il Comune di Oristano ha reiterato la richiesta di trasferimento del bene al comune per destinarlo a finalità di interesse pubblico. Ci sono tutti i presupposti per il passaggio del bene nel patrimonio regionale e, conseguentemente, per accogliere la richiesta del comune di Oristano in merito ad un trasferimento della titolarità dell’immobile. Sarebbe inaccettabile se si costruisse un percorso alternativo che sul piano pratico rappresenterebbe un’elusione della norma statutaria e che priverebbe la città di un bene insieme ad un’intera area di altissimo valore storico e culturale. L’ex carcere, infatti, sorge sui resti di una parte del Palazzo giudicale e del Castello e rappresentava il più importante edificio di un articolato sistema costituito dall’antico castello giudicale (XI secolo) e dalla Torre di S. Filippo (1293), in prossimità quindi della cinta muraria della città. Sono presenti nel sito sotterranei documentati dal rilevamento del geo radar, che risalgono al periodo giudicale, di grande importanza storica. La storia di una città, che è anche la storia della Sardegna, non può restare sepolta dalla burocrazia. Stiamo preparando una nuova interrogazione, rivolta anche al ministro per i Beni Culturali, perché non si deve lasciare nulla di intentato: sul futuro dell’ex carcere – ha concluso Cappellacci- deve decidere Oristano”.

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